…«Lo seviziarono così, lentamente, di pari passo nel corpo e nell’anima. Lo irrobustirono perché resistesse a ogni intervento chirurgico; lo vitaminizzarono al punto che egli vedeva con raccapriccio cicatrizzarsi l’indomani quello che gli era stato fatto il giorno prima. Non erano violenze: ormai da lui non volevano sapere più niente». (Andrea Carli – Il Caso Arpur – Tresogni)
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